Dimora e morte

“Demeure”, “demeurence”: “dimora”, “dimoranza”, scrive Jacques Derrida che a lungo ha riflettuto sulla morte nella sua opera.
In francese l’assonanza tra la dimora e la morte è sensibile: La casa dei morti.
Perché si fa continuare ad “abitare” dopo morti? A dimorare ancora? Forse perché si spera nel “risveglio” e che la morte sia un dormire?
Matteo dice, in una traduzione, che Gesù si è “risvegliato dai morti” (Mt 28,5-7). La resurrezione sarebbe allora un “risveglio”, evidentemente dopo un lungo sonno. Ma è calcolabile il “sonno” di un morto?
Io temo più l’oblio di una persona dal ricordo piuttosto che il suo sonno.

Per chi conosce il francese e per chi vuole avvicinarsi, o approfondire, il lavoro di Jacques Derrida allego qui di seguito un video nel quale egli ci spiega la vita/morte.

– Roberto –