Matteo Valdinoci e Valentina Lo Nigro serata teatro A Pesca di Cultura

A Pesca di Cultura: Teatro Manifestazione dell’Amore

Mercoledì 21 Luglio 2021 per la rassegna A Pesca di Cultura, il tema della serata sarà “Teatro Manifestazione dell’Amore”.

Dal greco Theaomai “guardare- vedere” la relazione dell’Amore espressa attraverso i gesti e i movimenti del corpo, dove la parola cede il posto all’azione messa in scena. L’attore entra in una catarsi, dove il personaggio diventa espressione vivente di una emozione che fluisce aldilà di lui e si proietta nello spettatore. L’osservatore si identifica in quelle emozioni che trovano nell’osservato il proprio osservare, e compie un atto di purificazione attraverso l’identificazione con il personaggio.

Attori e attrici ci porteranno tante immagini che attraverso i loro tanti personaggi ci mostreranno parti del nostro piccolo mondo quotidiano.

Spettacolo della serata sarà Le Stagioni dell’Amore. È possibile che il sentimento d’amore sia solo una conseguenza di reazioni chimiche, di rilasci ormonali? Oppure dietro ad esso si nasconde qualcosa di insondabile per la logica umana, qualcosa che va oltre lo scibile? Lo scopo dell’incontro di questa sera è proprio quello di mostrare che l’amore non è solo carne, sangue e ossa, ma spirito che vive e si trasmette da corpo a corpo, da anima ad anima. Il sentimento d’amore non si esprime allo stesso modo nelle varie fasi della vita. Ciò che prova un bambino di qualche anno per la propria madre non può essere paragonato alla relazione che lega una coppia adulta, la quale ha costruito una famiglia, una realtà complessa in cui serve grande coraggio per affrontare le sfide di ogni giorno, dalla casa al lavoro alle relazioni sociali. Per questo nasce lo spettacolo di questa sera, per farvi sentire partecipi di quelle che sono a tutti gli effetti le stagioni dell’amore, dall’infanzia alla vecchiaia.

Vi presentiamo i componenti del Gruppo teatrale:

Valentina Lo Nigro

Valentina Lo Nigro

“Commuoversi, stupirsi ancora e ancora, vedere il divino che è dentro di noi, arrivare alla radice, guarire, per poi sentirsi a casa. Questo per me significa fare teatro.”

Valentina si presenta:

«Ho sempre scritto molto, autodidatta, dialoghi, storie, tenendo tutto nel cassetto. Poi ad un certo punto un blocco, mi sono accorta che dovevo accettare tante cose di me, pregi e difetti, luci e ombre. Non avere paura. Mettermi in gioco. Così, “per caso”, ho iniziato a fare teatro all’interno della Cumpa, compagnia di Gatteo, guidata da Marco Brambini, insieme al mio compagno di viaggio Matteo Valdinoci. Mentre ero ne La Cumpa ho frequentato la Scuola di Teatro Colli, corso di drammaturgia. Dopo essermi laureata in Antropologia, ho capito che quella realtà, il teatro doveva far parte di me, che ne avevo bisogno, che era cura. Ho capito anche che il mio posto in teatro è la drammaturgia, la regia. Così ho collaborato come drammaturga a un progetto scuola – carcere con la regista Sabina Spazzoli nello spettacolo Trame, con la Bottega del Teatro Franco Mescolini, come assistente alla regia nello spettacolo Asinaria, regia Gigi Palla. Il teatro crea legami, legami che arricchiscono la vita. Una delle ultime esperienze che sto portando a termine, proprio in questi giorni, come formazione personale, è un Master di Medicina Narrativa Applicata. Un percorso che va a legare l’Arte (teatro, musica, disegno, ecc) alla Medicina, alla cura della persona. Riconoscere le emozioni e gestirle. Le neuroscienze e la neuroestetica. L’Arte che diviene terapia, benessere. Qui ho sperimentato su me stessa la terapia del sorriso, la teatro terapia, musicoterapia, i colori. Un viaggio meraviglioso che mi piacerebbe donare al percorso teatro con Eidos formazione.

Dopo aver trascorso diversi anni sotto una scuola di teatro e aver fatto diverse esperienze in questo campo, io e Matteo abbiamo deciso di intraprendere una nostra strada per scommettere su qualcosa di più vicino al nostro sentire. Con Eidos formazione abbiamo creato un percorso teatrale chiamato Conosci te stesso. Un percorso per l’anima, per guardarsi dentro, di guarigione. Ritornare alla fonte, rientrare in se stessi, respirare, ascoltarsi, commuoversi, stupirsi e non avere paura. Le emozioni che diventano Arte. Un grande lavoro su se stessi, attraverso viaggi, natura, esercizi individuali-gruppo, per conoscersi meglio.

Io e Matteo abbiamo inoltre deciso di creare Cerco l’Uomo, una compagnia teatrale amatoriale, fatta di persone che hanno voglia di mettersi in gioco e di divertirsi. I nostri riferimenti sono in primis Diogene di Sinope e tutte quelle persone che hanno fatto della loro vita un successo pensando in grande, con determinazione e amore senza arrendersi. Diogene dice: “Cerco l’uomo che vive secondo la sua più autentica natura, cerco l’uomo che al di là di tutte le esteriorità, le convenzioni, le regole imposte dalla società e al di là dello stesso capriccio della sorte e fortuna, ritrova la sua genuina natura, vive conformemente ad essa e così è felice.” La nostra speranza sia per Eidos sia per Cerco l’Uomo è quella di creare un gruppo unito, di persone che si sostengono l’un l’altro, che scherzino, che siano leggere, che si commuovano davanti alla bellezza.»

 

Giulia Magnani

Giulia MagnaniGiulia porta con sè dal Liceo Classico l’amore per la filosofia, il teatro e l’arte in generale.

Entusiasta attrice interpreta con passione e sentimento le tante espressioni di ogni singola parte a lei data e riesce a far parlare con profonda concentrazione ogni personaggio, dandogli il giusto peso e contesto.

 

Matteo Valdinoci

Matteo Valdinoci“Sentirsi dei giganti per un secondo, un minuto, un’ora o per tutta la vita: questo è il teatro, portare fuori di noi tutto ciò che di più bello e grandioso la Fonte ci ha donato e offrirlo al mondo con tutto l’Amore di cui il nostro cuore è capace”.

Matteo si presenta:

«Sono sempre stata una persona piuttosto riflessiva. Non mi è mai riuscito facile rapportarmi con gli altri, probabilmente a causa di una insicurezza di fondo legata in gran parte alla mia forma fisica, alla mia corporatura. Quando ero giovanissimo, all’età di circa 6/7 anni, ho cominciato ad ingrassare e da quel momento intraprendere relazioni sociali mi è sempre risultato complicato. Allo stesso tempo però fin da piccolo sentivo dentro di me un bisogno bruciante: avevo la necessità di aprirmi al mondo, di dare spazio alle emozioni che mi afferravano, che sconquassavano il mio animo. Con alcuni amici e amiche infatti spesso mi capitava di realizzare piccoli spettacoli in casa. Mi ricordo di alcuni episodi in cui facevo accomodare gli spettatori in camera mia – praticamente qualche parente – e utilizzavo le tendine del letto sul quale si sedevano come se si trattasse di un sipario. Poi, quando avevo più o meno una decina d’anni, i miei genitori mi hanno iscritto ad un laboratorio teatrale, che si teneva alla scuola media di Savignano. Dal primo giorno in cui ho scoperto quella realtà non ho più voluto separarmene. Ho continuato a recitare in quel gruppo per alcuni anni, poi sono entrato a far parte di una nuova scuola di teatro, i cui corsi erano diretti da Marco Brambini, che considero a tutti gli effetti una sorta di iniziatore, la persona grazie alla quale mi sono profondamente e irrimediabilmente innamorato del teatro. Nel 2012, dopo anni di laboratorio, nasceva una compagnia teatrale amatoriale, “La Cumpa”, presso la Scuola di Musica, Canto e Teatro di Gatteo, presieduta da Giovanni Tomassini. E da quel momento io e i miei compagni abbiamo cominciato ad organizzare spettacoli con un tocco di indipendenza e di libertà in più. Quanto erano belle le ore prima dell’entrata in scena…l’allestimento della scenografia, la sistemazione dei costumi, la cena – leggera, mi raccomando – prima dell’inizio…e intanto il senso di ansia cominciava a crescere, a prendere le viscere, a mozzare il fiato…tutte queste emozioni mi facevano capire quanta vita scorresse nelle nostre vene in quegli attimi. Una volta sul palco tutto esplodeva. Il pubblico era lì, davanti a noi, che rideva, si commuoveva, tossiva, scartocciava sacchetti di patatine…e io lo sentivo, sì, anche solo in parte. Da un lato il mio orecchio era rivolto a tutte quelle persone lì sulle poltrone con gli occhi piantati su di noi, ma era rivolto anche ai miei compagni, dall’altro lato il mio sentire era concentrato su me stesso, su quello che provavo in quel momento, su quella sensazione indescrivibile, un misto di gioia, paura, senso di invincibilità e, perché no, anche di egocentrismo, se lo negassi sarei ipocrita. Ho parlato di ascolto dunque, parola sacra in una realtà come quella teatrale. Sì, perché un attore non è tale se non si ferma ad ascoltare chi ha di fianco a sé, chi è con lui in quel momento sulla scena. Non può esistere uno spettacolo in cui l’attore si concentri solamente sulle battute che deve pronunciare o sui movimenti che deve fare, senza prendersi il tempo di entrare in sintonia con i doni che vengono offerti da ciascuno dei suoi simili. Ebbene, ogni gesto, ogni parola messi in scena sono doni, e come tali devono essere accolti ed è solamente in questo modo che uno spettacolo può avere successo. E l’ascolto dell’altro oltre che di sé stesso è la via attraverso la quale si raggiunge la completezza, è la via attraverso la quale si raggiunge il Bello.

Ecco perché, dopo aver trascorso diversi anni sotto una scuola di teatro e aver fatto diverse esperienze in questo campo, io e Valentina – in compagnia della quale ho passato gli ultimi anni all’interno de “La Cumpa” – abbiamo deciso di intraprendere una nostra strada per scommettere su qualcosa di più vicino al nostro sentire. Con Eidos Formazione abbiamo creato un percorso teatrale chiamato Conosci te stesso, un percorso per l’anima, per guardarsi dentro, di guarigione. Ritornare alla fonte, rientrare in sé stessi, respirare, ascoltarsi, commuoversi, stupirsi e non avere paura. Le emozioni che diventano Arte. Un grande lavoro su sé stessi, attraverso viaggi, natura, esercizi individuali-gruppo, per conoscersi meglio.

Io e Valentina abbiamo inoltre deciso di creare Cerco l’Uomo, una compagnia teatrale amatoriale, fatta di persone che hanno voglia di mettersi in gioco e di divertirsi. I nostri riferimenti sono in primis Diogene di Sinope, fondatore della filosofia cosiddetta cinica, e tutte quelle persone che hanno fatto della loro vita un successo pensando in grande, con determinazione e amore senza arrendersi. A proposito di Diogene, egli dice, attraverso l’interpretazione fornita dal filosofo contemporaneo Giovanni Reale: “Cerco l’uomo che vive secondo la sua più autentica natura, cerco l’uomo che al di là di tutte le esteriorità, le convenzioni, le regole imposte dalla società e al di là dello stesso capriccio della sorte e fortuna, ritrova la sua genuina natura, vive conformemente ad essa e così è felice”.

La nostra speranza sia per Eidos sia per Cerco l’Uomo è quella di creare un gruppo unito, di persone che si sostengono l’un l’altro, che scherzino, che siano leggere, che si commuovano davanti alla bellezza.»

 

Matteo Valdinoci e Valentina Lo Nigro

Matteo Valdinoci e Valentina Lo Nigro